lunedì 29 aprile 2013

Caratteristiche dei diversi sistemi di vaporizzazione delle Sigarette Elettroniche ,scegliamo il modello che più si addice alle nostre esigenze

Parte fondamentale insieme alla batteria, è il sistema di vaporizzazione. Troviamo diversi termini per denominarli: accoppiate atomizzatore e cartuccia, cartomizzatori, clearomizer, DCT, etc.. Ciascuno presenta qualche peculiarità che lo contraddistingue dagli altri, ma di fatto il loro compito comune è quello di vaporizzare l’e-liquid e per questo motivo li chiamo, in generale, vaporizzatori.
Il loro compito, abbiamo detto, è produrre il vapore che svapiamo. Quindi ciascun vaporizzatore, sia esso di qualsivoglia tipologia, dovrà includere l’e-liquid e la resistenza elettrica per vaporizzarlo.
Vediamo in breve cosa contraddistingue questi diversi sistemi di vaporizzazione.


Accoppiata atomizzatore e cartuccia (o tank, ossia l’evoluzione della cartuccia)
La cartuccia, come è intuibile, è quella parte del sistema di vaporizzazione che ha il compito di trattenere l’e-liquid. La cartuccia quindi trattiene l’e-liquid e lo confluisce sulla resistenza, che è contenuta nell’atomizzatore, vaporizzandolo.
Inizialmente (ma è possibile trovarla ancora oggi) l’e-liquid veniva confluito alla resistenza dell’atomizzatore per mezzo di un materiale poroso imbevuto, appunto, di e-liquid. In sostanza, la cartuccia, della capacità di pochi decimi di ml, era riempita di un materiale poroso (sovente chiamato lanetta, nel gergo degli svapatori) imbevuto di e-liquid. La lanetta ha la capacità fondamentale di rilasciare gradualmente l’e-liquid verso la resistenza dell’atomizzatore, con la quale rimane in permanente contatto (e quindi sarà sempre rifornita di e-liquid dalla cartuccia).
La lanetta però, dopo una decina di ricariche, perde parte delle sue qualità di materiale poroso e quindi non riesce più a rilasciare gradualmente l’e-liquid all’atomizzatore, ma tende invece a trattenerlo come una spugna. Ecco che va quindi sostituita in luogo di una cartuccia nuova.
L’evoluzione della cartuccia appena illustrata consiste nel cosiddetto tank. Il tank non è altro che una normalissima cartuccia, che però contiene esclusivamente l’e-liquid, senza il materiale poroso. L’e-liquid viene confluito all’atomizzatore per mezzo di un piccolo foro nel quale va a infilarsi la punta finale (o testa) dell’atomizzatore. I tank sono solitamente di plastica trasparente per offrire la possibilità di controllare il livello di e-liquid e quindi sapere quando è il caso di aggiungerne. Inoltre il tank ha una capienza maggiore.


Cartomizzatore
Il cartomizzatore comprende in un’unica unità sia l’accumulo dell’e-liquid sia la resistenza per vaporizzarlo. Quindi l’atomizzatore ha la qualità di adempire contemporaneamente alla duplice funzione di atomizzatore e di cartuccia, racchiusi in un unico pezzo.
Anche il cartomizzatore, come la cartuccia, ha subito una evoluzione.
Anche i cartomizzatori, infatti, all’inizio erano riempiti di materiale assorbente, imbevuto ovviamente di e-liquid. La resistenza elettrica poteva essere posta al centro, avvolta nel materiale assorbente e quindi costantemente a contatto con l’e-liquid. Oppure poteva essere posta nella parte alta del cartomizzatore e l’e-liquid vi veniva confluito per mezzo di wick costantemente a contatto col materiale poroso imbevuto.
Anche nell’evoluzione del cartomizzatore, come per la cartuccia, è stato omesso il materiale poroso. I cartomizzatori R2 (chiamati anche cartomizzatori ceramici) sono infatti la versione successiva a quella appena illustrata. Al loro interno non vi è più il materiale poroso, ma soltanto l’e-liquid. La resistenza elettrica è solitamente posta nella parte superiore del corpo del cartomizatore e l’e-liquid vi viene confluito per mezzo di wick.
I cartomizzatori hanno una maggiore capacità di e-liquid e quindi devono essere ricaricati con minore frequenza rispetto al sistema che utilizza le cartucce.
I cartomizzatori possono trovarsi con una resistenza: sono chiamati cartomizzatori single coil; oppure possono trovarsi con due resistenze collegate l’una all’altra: sono chiamati cartomizzatori dual coil.


Clearomizer
Sostanzialmente si tratta di cartomizzatori (la versione senza materiale poroso); comprendono quindi nella stessa unità sia l’accumulo di e-liquid, sia la resistenza elettrica responsabile della sua vaporizzazione. La loro peculiarità è che la parete laterale è costruita in materiale trasparente e quindi consentono di monitorare direttamente il livello di e-liquid.
Come nei cartomizzatori, la resistenza è posta nella parte alta e l’e-liquid vi viene confluito per mezzo di wick.


DCT
DCT sta per dual coil tank. Si tratta di un cartomizzatore dual coil tank (cioè con due resistenze collegate l’una all’altra) inserito all’interno di un serbatoio cilindrico in plastica trasparente, che può contenere da 2,5 ml a 6 ml di e-liquid. Il cartomizzatore all’interno è provvisto di due o tre forellini o aperture che lo mettono in comunicazione con il serbatoio esterno, per cui via via che evapora l’e-liquid dentro al cartomizzatore, entra nuovo e-liquid attraverso le aperture che lo mettono in comunicazione col serbatoio esterno.
Il DCT è stato quindi ideato per incrementare la capacità di e-liquid rispetto ai cartomizzatori.


Questi sono le principali tipologie di sistemi di vaporizzazione. Per ogni tipologia ne possono esistere diversi modelli e di differenti marche.

Unitamente a questi sistemi di vaporizzazione compare anche la tecnica del drippinge del bottom feeder. Daremo qualche cenno a questi sistemi in articoli dedicati.

Sostanzialmente comunque il sistema del dripping (in inglese “versare gocce”, “gocciolante”) consiste nel bypassare la funzionalità della cartuccia (o dell’accumulatore di e-liquid, a seconda del sistema utilizzato) e versare un paio di gocce di e-liquid direttamente sulla resistenza dell’atomizzatore e svapare. Il metodo però è scomodo a causa dei pochi tiri che si possono fare: la resistenza va continuamente rimboccata di e-liquid non essendoci più la lanetta che bagna continuamente l’atomizzatore. Sono stati inventati allora speciali cartucce che si montano direttamente sull’atomizzatore. Queste cartucce sono completamente vuote e sulla sommità presentano un buco che percorrono questa speciale cartuccia in tutta la sua lunghezza e permettono quindi di versare il liquido direttamente sulla resistenza dell’atomizzatore (senza quindi dover togliere e rimettere la cartuccia tutte le volte). L’utilizzo del dripping inoltre pare dia prestazioni di svapo molto migliori rispetto ai classici sistemi di vaporizzazione sopra illustrati.

Il bottom feeder (BF) invece è un sistema che permette al liquido di affluire direttamente sulla resistenza dell’atomizzatore, come avviene nel dripping, ma con un sistema molto più comodo, per mezzo di una boccetta contenente l’e-liquid e collegata all’atomizzatore per mezzo di un piccolo tubo.



La resistenza
Particolare attenzione bisogna dedicare alla resistenza.
Si possono trovare atomizzatori e cartomizzatori con diversi valori di resistenza: LR (Low Resistance), NR (Normal Resistance), HV (High Voltage).

Resistenza LR
Hanno valori di resistenza compresi fra 1,5 e 2,0 Ohm.
Nei negozi online si trovano designati con la sigla LR.
Queste resistenze comportano un hit (colpo in gola) maggiore e un vapore più caldo, a scapito però della percezione dell’aroma. Tendono a consumare più e-liquid e a scaricare più velocemente la batteria.
Resistenza NR
Hanno valori di resistenza compresi fra 2,2 e 3,2 Ohm.
Nei negozi online si trovano designati con la sigla NR.
Queste resistenze comportano hit, calore del vapore, percezione degli aromi, consumo dell’e-liquid e della batteria nella norma. In particolare, rispetto alle LR, comportano meno hit, meno calore del vapore e meno consumo di e-liquid e batteria. Per contro danno una maggiore percezione degli aromi.
Resistenze HV
Hanno valori di resistenza compresi fra 4 e 6 Ohm.
Nei negozi online si trovano designati con la sigla HV.
Comportano maggiori prestazioni in termini di hit e fumosità, ma proprio per questo richiedono un hardware più performante. Sono infatti pensate appositamente per Big Battery (BB), cioè batterie in grado di erogare un voltaggio superiore.

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