mercoledì 27 febbraio 2013

Sigaretta elettronica: funziona davvero?


Ci si interroga in questi mesi sui motivi per cui la sigaretta elettronica stia diventando tanto famosa. Di numeri certi, che ci facciano ben sperare sulla sua effettiva utilità, ancora non ce ne sono.
Tante sono le polemiche sull’argomento, la più importante delle quali è proprio quella mossa dall’Istituto superiore di sanità, che ha consegnato  una relazione dettagliata al Ministro Balduzzi che, con due ordinanze, aveva già vietato la vendita delle sigarette elettroniche, quelle caricate con filtri di nicotina, ai minori di 16 anni.
Certo è che le vendite sono state altissime; ciò vuol dire che le persone con un problema di tossicodipendenza da nicotina siano davvero tante, ed è probabile che abbiano visto nella sigaretta elettronica un valido strumento per poter smettere di fumare.
La sigaretta elettronica si aspira ed è a base di nicotina “ovviamente regolabile”, con la possibilità di aromatizzarla al cognac, al caffè, alla grappa (un po’ come i sigari, che oggi se trovano anche all’aroma di cioccolato fondente).
Quello che è più gradito ai fumatori è che non è necessario uscire dai locali per poter fumare. La sigaretta elettronica è ammessa alle cene, si veste di nero, elegantissima, di rosso e di rosa per le più smorfiose e non attira sguardi stizziti quando le accendi. Anzi, tutto il contrario: per la pubblica piazza diventi un coraggioso che ha preso una decisione importantissima “SMETTERE di FUMARE”.
 
Ma sarà poi vero? Chi ci assicura che questo sia il metodo giusto? Si potrebbe rischiare di sostituire una sigaretta con un’altra, mantenendo lo stesso accanimento? E, se così fosse, si allontana ancora il sogno di diventare una persona libera?
Con i molti dubbi che serpeggiano in tutta Italia, andiamo a chiedere un parere professionale ed è il Responsabile del Centro anti fumo dell’Umberto I,  il prof. Mauro  Ceccanti,  a darci qualche interessante risposta.
“Ogni mezzo  - ci risponde il prof. Ceccanti a proposito della sigaretta elettronica - che può evitare di fumare è utile allo scopo; se adeguatamente supportato da terapie, cioè un sostegno psicologico che accompagni il paziente finché non smetta del tutto di fumare e  anche dopo, per evitare le ricadute”.
Il professore fa inoltre una distinzione tra chi è un semplice “abusatore”  e chi invece rientra tra itossicidipendenti da nicotina.  
“La sigaretta elettronica – sottolinea Ceccanti – è sicuramente adatta alla prima categoria ma, per la seconda, diventa più complicato se il paziente non dovesse avere adeguato sostegno psicologico. Considerando anche che spesso l’accanito fumatore ha anche altri problemi  (l’87% è anche alcolista).Il traguardo, in entrambi i casi,  è l’abbandono della sigaretta. Compresa quella elettronica”.
Sono tanti i ricercatori pro-sigaretta elettronica, secondo i quali proprio la “gestualità” tipica del fumatore, unita all'assenza di evidenti effetti collaterali, sarebbe l'arma in più per staccarsi dalla dipendenza da nicotina.
“La riproduzione gestuale data dalle sigarette elettroniche permette al fumatore di mantenere le abitudini tipiche, evitando di usare le sigarette tradizionali e sopperendo alla dipendenza psicologica”, assicuraRiccardo Polosa, professore di Medicina Interna dell'Università di Catania che sulla prestigiosa Bmc Public Health, ha pubblicato i risultati di uno studio-pilota, durante il quale i partecipanti hanno ridotto complessivamente del 55% l'uso delle sigarette. 
Sembra un bel risultato.
Ci aspettiamo buone notizie, in quanto non è sottovalutabile il fatto che la sigaretta elettronica diminuisca anche il “fumo passivo” subito dai bambini e dai non fumatori.

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